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Lo scenografico Ponte del Diavolo, ardito manufatto in pietra che costituisce il monumento più conosciuto delle Valli di Lanzo. Fino al completamento della carrozzabile Torino-Ciriè nel 1820, esso costituiva un passaggio obbligato per chiunque volesse recarsi dalle valli verso la pianura.
La sua struttura architettonica risale al 1378, quando la Credenza di Lanzo ordinò la costruzione di un ponte che collegasse il borgo alla riva destra del fiume Stura: data l’importanza strategica e difensiva dell’opera, Amedeo VII, il Conte Verde, si interessò personalmente al progetto, partecipando anche alla spesa.
Il ponte è alto circa 16 metri e ha una gittata a schiena d’asino di circa 37 metri, che unisce i fi anchi dei monti Basso e Buriasco. Proprio per tali caratteristiche, mirabili per l’epoca, si originò la leggenda popolare che il ponte fosse stata opera del diavolo. Il nascere della leggenda fu favorito anche dalla curiosa morfologia delle rocce su cui poggiano le fondamenta del ponte: l’azione erosiva delle acque, ha infatti scavato le Marmitte dei Giganti, spettacolari fenomeni erosivi di epoca preistorica, che nel racconto popolare divennero le pentole utilizzate dal diavolo per sfamarsi e che sono tuttora visibili.
All’imbocco del ponte, sorgono due cappelle: una dedicata a San Rocco e l‘altra, poco più in alto, a San Giacinto, costruite rispettivamente su un torrione in cui alloggiava la guarnigione posta a difesa della porta e su una torre di segnalazione e collegamento con il castello.
Dal lato opposto, sulle pendici del Monte Basso, è possibile raggiungere un eccezionale punto panoramico denominato “Madonna degli Alpini”.
La sua struttura architettonica risale al 1378, quando la Credenza di Lanzo ordinò la costruzione di un ponte che collegasse il borgo alla riva destra del fiume Stura: data l’importanza strategica e difensiva dell’opera, Amedeo VII, il Conte Verde, si interessò personalmente al progetto, partecipando anche alla spesa.
Il ponte è alto circa 16 metri e ha una gittata a schiena d’asino di circa 37 metri, che unisce i fi anchi dei monti Basso e Buriasco. Proprio per tali caratteristiche, mirabili per l’epoca, si originò la leggenda popolare che il ponte fosse stata opera del diavolo. Il nascere della leggenda fu favorito anche dalla curiosa morfologia delle rocce su cui poggiano le fondamenta del ponte: l’azione erosiva delle acque, ha infatti scavato le Marmitte dei Giganti, spettacolari fenomeni erosivi di epoca preistorica, che nel racconto popolare divennero le pentole utilizzate dal diavolo per sfamarsi e che sono tuttora visibili.
All’imbocco del ponte, sorgono due cappelle: una dedicata a San Rocco e l‘altra, poco più in alto, a San Giacinto, costruite rispettivamente su un torrione in cui alloggiava la guarnigione posta a difesa della porta e su una torre di segnalazione e collegamento con il castello.
Dal lato opposto, sulle pendici del Monte Basso, è possibile raggiungere un eccezionale punto panoramico denominato “Madonna degli Alpini”.
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