Fort
In località Castello a Caluso, in cima al poggio emergono, avvolte da una fitta vegetazione, la massicce mura che cingevano la rocca, la fortezza feudale fatta erigere dai Della Valle di Mazzè risalente al XIII secolo. Non fu un vero e proprio castello, bensì una “casaforte” cioè una costruzione militare edificata per controllare le strade che si sviluppavano ai piedi della collina e che portavano a Ivrea e a Vische verso il Vercellese
La sua mole imponente si stagliava sul colle di San Calocero (Monte Rotondo) .
A costruirlo fu Guido di Biandrate (1224), che rafforzò anche il circuito delle mura e le porte d’ingresso al borgo. Nel 1316 subentrò nel possesso del feudo di Caluso Filippo d’Acaia, associato dei Savoia che nel 1324, con grandiose opere di fortificazione, affidate all’architetto Martino di Agliè, fece di Caluso un importante caposaldo del partito guelfo in Canavese. Anche il Castellazzo venne rafforzato, tanto da potervi alloggiare una guarnigione di 200 soldati, fatta venire appositamente da Ivrea.
Nelle guerre tra guelfi e ghibellini Caluso giocò un ruolo di primo piano; con la sua poderosa roccaforte e le robuste mura costeggiate da un profondo fossato era una spina nel fianco di Giovanni II Paleologo marchese del Monferrato, ghibellino, impegnato in una lunga e sanguinosa guerra (detta del Canavese) contro Giacomo d’Acaja, figlio di Filippo.
Giovanni II tentò più volte di espugnare Caluso, inviando i suoi mercenari guidati da Facino Cane e dal Malerba, ma vi fu sempre respinto. Nel giugno del 1349 (la data più accreditata), dopo vari tentativi, alla testa delle sue truppe e accompagnato da suo cugino Ottone di Brunswick, riuscì ad entrare nel borgo e a porre l’assedio alla rocca. Caluso diventò così feudo di Ottone di Brunswick, a cui Giovanni II l’aveva assegnato.
Nel 1376 passò ai Valperga di Rivara, che poi presero il nome di Valperga di Caluso, che lo mantennero fino al 1537, anno in cui si insediarono gli Spagnoli, comandati dal generale Cesare Maggi, che smantellò il castellazzo temendo che cadesse in mano ai francesi.
Da allora la struttura non venne più riedificata.
Nel 1951 il Comune di Caluso divenne proprietario dei resti del castlas.
Sullo spiazzo antistante la rocca si nota un altro interessante rudere: sono le tre pareti prive di tetto dell’antica Chiesa di San Calocero, la primitiva parrocchia di Caluso, ancora esistente nel secolo XVI.
La sua mole imponente si stagliava sul colle di San Calocero (Monte Rotondo) .
A costruirlo fu Guido di Biandrate (1224), che rafforzò anche il circuito delle mura e le porte d’ingresso al borgo. Nel 1316 subentrò nel possesso del feudo di Caluso Filippo d’Acaia, associato dei Savoia che nel 1324, con grandiose opere di fortificazione, affidate all’architetto Martino di Agliè, fece di Caluso un importante caposaldo del partito guelfo in Canavese. Anche il Castellazzo venne rafforzato, tanto da potervi alloggiare una guarnigione di 200 soldati, fatta venire appositamente da Ivrea.
Nelle guerre tra guelfi e ghibellini Caluso giocò un ruolo di primo piano; con la sua poderosa roccaforte e le robuste mura costeggiate da un profondo fossato era una spina nel fianco di Giovanni II Paleologo marchese del Monferrato, ghibellino, impegnato in una lunga e sanguinosa guerra (detta del Canavese) contro Giacomo d’Acaja, figlio di Filippo.
Giovanni II tentò più volte di espugnare Caluso, inviando i suoi mercenari guidati da Facino Cane e dal Malerba, ma vi fu sempre respinto. Nel giugno del 1349 (la data più accreditata), dopo vari tentativi, alla testa delle sue truppe e accompagnato da suo cugino Ottone di Brunswick, riuscì ad entrare nel borgo e a porre l’assedio alla rocca. Caluso diventò così feudo di Ottone di Brunswick, a cui Giovanni II l’aveva assegnato.
Nel 1376 passò ai Valperga di Rivara, che poi presero il nome di Valperga di Caluso, che lo mantennero fino al 1537, anno in cui si insediarono gli Spagnoli, comandati dal generale Cesare Maggi, che smantellò il castellazzo temendo che cadesse in mano ai francesi.
Da allora la struttura non venne più riedificata.
Nel 1951 il Comune di Caluso divenne proprietario dei resti del castlas.
Sullo spiazzo antistante la rocca si nota un altro interessante rudere: sono le tre pareti prive di tetto dell’antica Chiesa di San Calocero, la primitiva parrocchia di Caluso, ancora esistente nel secolo XVI.
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Via Belvedere Regione Castellazzo, 10014 Caluso (TO)
45.3096824, 7.8925328
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