Comune
Pont Canavese ha una posizione "strategica", perché è il naturale punto di incontro e di raccordo fra due valli Orco e Soana che si biforcano poco a monte del paese. Esse sono la porta d’ingresso al versante canavesano del Parco Nazionale del Gran Paradiso, la vasta area di natura alpina protetta tra le più antiche e famose d’Europa.
Su entrambi i valloni, domina dall’alto dei suoi 3164 mt., la Rosa dei Banchi, una delle cime più conosciute della valle. Pont Canavese, che si trova a 450 mt. sul livello del mare, con i suoi 4000 abitanti è la cittadina più importante delle due valli e, forte della sua posizione strategica, è il naturale punto di incontro e di raccordo tra le due realtà valligiane.
La collocazione geografica di Pont indusse i Salassi, prima civiltà di cui si hanno tracce nel nostro territorio, a chiamarlo Rondilitegna, che significa appunto "Passaggio a due valli".
Nel 100 A.C., i Romani fondarono Eporedia (l’attuale Ivrea) ed intorno a quel periodo anche Pont venne occupato dai romani i quali lo battezzarono "Ad duos pontes". Ma per trovare il nome di Pont in un documento storico, bisogna aspettare il 1110, anno in cui ne viene fatta esplicita menzione in un diploma dell’Imperatore Arrigo (o Enrico I).
Il suo nobile passato è reso ancora oggi tangibile dalla presenza di alcune strutture architettoniche di un certo rilievo: terra di chiese, ma anche di castelli.
Dei tre castelli, Castrum Ferrandae, Castrum Pontis e Castrum Tellarii, non sono rimaste che due torri, Tellaria e Ferranda, antiche testimoni di cruente battaglie e vicissitudini legate soprattutto alla storica ribellione dei "Tuchini" verso i nobili canavesani, che conferiscono al nostro paese un profilo particolare.
Pont si contraddistinse, inoltre, per la presenza di cave marmoree dalle quali si estraeva marmo di ottima qualità
Nei laboratori e nelle officine operanti nel paese, si possono ancora trovare begli oggetti lavorati a mano e con metodi antichi, in rame, in legno intagliato, in ferro battuto e in ceramica dipinti a mano. Nei vari negozi del paese è possibile trovare la caratteristica "toma" di montagna oppure i famosi grissini. Sono da consigliare inoltre i prodotti di pasticceria come le "giuraie", confetti prodotti secondo una vecchia ricetta in cui venivano utilizzate, contrariamente al resto d’Italia, le nocciole al posto delle mandorle. Caratteristici inoltre il "pandolce", i "baci del Gran Paradiso" e le paste di meliga confezionati secondo antiche ricette. Nei molteplici ristoranti si può cenare a base di piatti tipici locali o anche semplicemente gustare ottimi panini ripieni di acciughe al verde.
Su entrambi i valloni, domina dall’alto dei suoi 3164 mt., la Rosa dei Banchi, una delle cime più conosciute della valle. Pont Canavese, che si trova a 450 mt. sul livello del mare, con i suoi 4000 abitanti è la cittadina più importante delle due valli e, forte della sua posizione strategica, è il naturale punto di incontro e di raccordo tra le due realtà valligiane.
La collocazione geografica di Pont indusse i Salassi, prima civiltà di cui si hanno tracce nel nostro territorio, a chiamarlo Rondilitegna, che significa appunto "Passaggio a due valli".
Nel 100 A.C., i Romani fondarono Eporedia (l’attuale Ivrea) ed intorno a quel periodo anche Pont venne occupato dai romani i quali lo battezzarono "Ad duos pontes". Ma per trovare il nome di Pont in un documento storico, bisogna aspettare il 1110, anno in cui ne viene fatta esplicita menzione in un diploma dell’Imperatore Arrigo (o Enrico I).
Il suo nobile passato è reso ancora oggi tangibile dalla presenza di alcune strutture architettoniche di un certo rilievo: terra di chiese, ma anche di castelli.
Dei tre castelli, Castrum Ferrandae, Castrum Pontis e Castrum Tellarii, non sono rimaste che due torri, Tellaria e Ferranda, antiche testimoni di cruente battaglie e vicissitudini legate soprattutto alla storica ribellione dei "Tuchini" verso i nobili canavesani, che conferiscono al nostro paese un profilo particolare.
Pont si contraddistinse, inoltre, per la presenza di cave marmoree dalle quali si estraeva marmo di ottima qualità
Nei laboratori e nelle officine operanti nel paese, si possono ancora trovare begli oggetti lavorati a mano e con metodi antichi, in rame, in legno intagliato, in ferro battuto e in ceramica dipinti a mano. Nei vari negozi del paese è possibile trovare la caratteristica "toma" di montagna oppure i famosi grissini. Sono da consigliare inoltre i prodotti di pasticceria come le "giuraie", confetti prodotti secondo una vecchia ricetta in cui venivano utilizzate, contrariamente al resto d’Italia, le nocciole al posto delle mandorle. Caratteristici inoltre il "pandolce", i "baci del Gran Paradiso" e le paste di meliga confezionati secondo antiche ricette. Nei molteplici ristoranti si può cenare a base di piatti tipici locali o anche semplicemente gustare ottimi panini ripieni di acciughe al verde.
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