Si giunge quindi a Castelmerlino, altra grangia che, pur nella sua modestia, è dotata di una chiesetta in muratura a vista, dedicata a San Pietro, originale per la sua pianta ottagonale e costruita dall'architetto Carlo Antonio Castelli in un solo anno, tra il 1724 e il 1725: tale planimetria è accostabile a quella del al vicino Santuario della Madonna delle Vigne, oggi in stato di degrado.
Darola, infine, è la grangia con maggior superficie a risaia e ha una planimetria a corte chiusa di ampia estensione. Ben conservato è il torrione di ingresso con la porta carraia e la pusterla che, in origine, erano dotate di ponte levatoio e della passerella "giornaliera", sempre abbassata per il passaggio pedonale. La settecentesca Chiesa di San Giacomo, realizzata anch'essa dal Castelli, conserva un'antica icona della Vergine e una aggraziatissima Natività dipinta dal domenicano Luigi Francesco Savoia, pittore della seconda metà del secolo scorso che ha lasciato molte sue opere presso la Chiesa di San Domenico a Torino.
Una piccola deviazione dall'itinerario principale porta all'Abbazia di Lucedio: nel 1123, su terra incolta, si insediarono qui alcuni monaci cistercensi provenienti dall'abbazia francese di La Ferté e si ipotizza che il toponimo sia derivato da lucus dei, ossia "bosco sacro". I monaci resero fertile e produttivo il territorio, disboscando, dissodando e sfruttando la ricchezza d'acqua che consentì la coltivazione del riso. Da questa grangia abbaziale ne ebbero origine altre otto: Darola, Castelmerlino, Leri, Montarucco, Montarolo, Ramezzana, Pobietto e Montonero. Il complesso abbaziale del XII secolo è ancora individuabzile in diversi edifici, ma i più significativi sono la Sala capitolare e la Torre campanaria, a base quadrangolare dalla quale emergono quattro sezioni ottagonali delimitate da cornici marcapiano con archetti pensili; l'Abbazia originaria, intitolata a Santa Maria di Lucedio, fu riedificata nel 1766 e dal 1787 ebbe il titolo di Santissima Vergine Assunta; la cosiddetta Chiesa del Popolo (1741), a disposizione dei laici e dei contadini, è ancor oggi in attesa di recupero.