Chiesa
Tradizionalmente si fa risalire al 1011 la prima citazione della parrocchia in un atto in cui il vescovo di Torino, Landolfo, conferma al Monastero di San Solutore la donazione della Chiesa di San Martino con tutti i suoi fondi.
Nel corso dei secoli la chiesa ha subito molte trasformazioni: a partire dal 1781 furono realizzate le opere che hanno portato la chiesa alle dimensioni attuali. In quel periodo vennero costruiti anche il piazzale antistante e lo scalone L’interno fu rimaneggiato tra gli anni ’40 e ’50 del XX secolo.
La chiesa, a tre navate, è la più grande delle Valli di Lanzo e con i suoi affreschi e dipinti, il suo organo, gli arredi barocchi e la peculiarità di alcuni degli altari laterali, è un vero e proprio scrigno d’arte, oltre che di ricordi che hanno segnato in maniera significativa la storia di Viù.
All’interno si segnalano: a destra, il Crocifisso settecentesco di Stefano Maria Clemente giunto dall’Eremo di Pecetto con le soppressioni napoleoniche e l’ottocentesco altare della Madonna del Rosario con la pala dipinta nel 1869 da Giovanni Battista Fino; a sinistra, la pala seicentesca della Madonna del Suffragio, con i Santi Martino e Biagio.
Presso l’altare maggiore, sia la pala della Madonna col Bambino e i Santi Martino e Biagio, sia i dipinti murali furono realizzati nella seconda metà dell’Ottocento da Carlo Thermignon.
Accanto alla Parrocchiale, sul lato cimitero, la Cappella della Confraternita del Santissimo Nome di Gesù, con la sua volta unghiata, riccamente decorata, il bell’altare neoclassico, sorretto da colonne binate, in cui il blu e l’oro ottengono un gradevole effetto cromatico.
Nel corso dei secoli la chiesa ha subito molte trasformazioni: a partire dal 1781 furono realizzate le opere che hanno portato la chiesa alle dimensioni attuali. In quel periodo vennero costruiti anche il piazzale antistante e lo scalone L’interno fu rimaneggiato tra gli anni ’40 e ’50 del XX secolo.
La chiesa, a tre navate, è la più grande delle Valli di Lanzo e con i suoi affreschi e dipinti, il suo organo, gli arredi barocchi e la peculiarità di alcuni degli altari laterali, è un vero e proprio scrigno d’arte, oltre che di ricordi che hanno segnato in maniera significativa la storia di Viù.
All’interno si segnalano: a destra, il Crocifisso settecentesco di Stefano Maria Clemente giunto dall’Eremo di Pecetto con le soppressioni napoleoniche e l’ottocentesco altare della Madonna del Rosario con la pala dipinta nel 1869 da Giovanni Battista Fino; a sinistra, la pala seicentesca della Madonna del Suffragio, con i Santi Martino e Biagio.
Presso l’altare maggiore, sia la pala della Madonna col Bambino e i Santi Martino e Biagio, sia i dipinti murali furono realizzati nella seconda metà dell’Ottocento da Carlo Thermignon.
Accanto alla Parrocchiale, sul lato cimitero, la Cappella della Confraternita del Santissimo Nome di Gesù, con la sua volta unghiata, riccamente decorata, il bell’altare neoclassico, sorretto da colonne binate, in cui il blu e l’oro ottengono un gradevole effetto cromatico.
Contatti
Piazza Cibrario, 10070 Viù (TO)
45.2386734, 7.3775212
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