Chiesa
La chiesa è situata nel centro storico del Borgo Vecchio sulla Piazza Mons. Bellando ed è stata ricostruita tra il 1826 ed il 1829 nella medesima area su cui sorgeva la primitiva chiesa romanica Santa Maria “ad lacum” crollata nel 1806. Dell’antico edificio si conserva, inglobato nella fiancata sinistra, il campanile romanico (risparmiato per limitare le spese di demolizione), che presenta archetti pensili, una successione di bifore con colonnina e capitello a stampella ed un tetto con una copertura di “lose” sormontato da una croce sorretta da una sfera di metallo; la sua campana fu trasferita nel campanile principale, costruito sulla destra, coevo alla chiesa, a base quadrata e con cupolino a “cipolla”.
L’attuale chiesa, quindi, si presenta con due campanili; è a pianta rettangolare con navata unica di 4 campate rettangolari, presbiterio anch’esso rettangolare ed abside semicircolare.
L’interno conserva importanti testimonianze di scultura e intaglio.
Il retable dell’altare maggiore è ascrivibile allo stile di Jacques Jesse di Embrun, attivo in Alta Valle nell’ultimo quarto del Seicento.
La struttura presenta quattro colonne tortili con tralcio di vite e due nicchie laterali contenenti le statue di Sant’Ippolito e San Giorgio. Il dipinto centrale raffigurante la Madonna col Bambino, Sant’Ippolito e San Giorgio, è attribuibile alla bottega dei Dufour, originari di Saint Michel de Maurienne.
Il retable ingloba, in basso, una predella scolpita a bassorilievo e dipinta, datata alla seconda metà del XV secolo e attribuita ad un artista affine alla bottega dei Serra di Pinerolo. In essa è raffigurata al centro l’ultima cena, affiancata a sinistra dalla preghiera di Cristo nel Gestemani e a destra dalla cattura di Gesù.
Sul presbiterio si conserva un’altra straordinaria opera di intaglio, il coro ligneo acquistato da don Vachet nel 1829 dall’abbazia di Novalesa e realizzato tra il 1435 e il 1440 da un anonimo maestro savoiardo. Il complesso, purtroppo decurtato, si compone di 16 stalli a cella sovrastati da un baldacchino con le figure policrome degli apostoli che presentano gli articoli del Credo e dei profeti che recano le relative concordanze nell’Antico Testamento, inframmezzate da elementi animali e vegetali.
Interessanti anche il fonte battesimale in marmo grigio-rosa del Melezet, decorato con gli stemmi di Francia, del Delfinato e dei De Bardonnéche e realizzato da Jean Roude Gros di Melezet nel 1573, l’anconetta della Vergine, il San Sebastiano datati alla fine del XV secolo e l’altare transetto destro del XVII sec.
A lato del campanile romanico si trova un edificio ricco di valore al suo interno: la “sala degli stemmi”, un salone affrescato con gli stemmi delle famiglie gentilizie di Bardonecchia.
Sulla piazza della chiesa, infine, troviamo la più antica fontana del borgo, con incisa la data 1651.
La festa patronale di Sant’Ippolito si celebra il 13 agosto.
L’attuale chiesa, quindi, si presenta con due campanili; è a pianta rettangolare con navata unica di 4 campate rettangolari, presbiterio anch’esso rettangolare ed abside semicircolare.
L’interno conserva importanti testimonianze di scultura e intaglio.
Il retable dell’altare maggiore è ascrivibile allo stile di Jacques Jesse di Embrun, attivo in Alta Valle nell’ultimo quarto del Seicento.
La struttura presenta quattro colonne tortili con tralcio di vite e due nicchie laterali contenenti le statue di Sant’Ippolito e San Giorgio. Il dipinto centrale raffigurante la Madonna col Bambino, Sant’Ippolito e San Giorgio, è attribuibile alla bottega dei Dufour, originari di Saint Michel de Maurienne.
Il retable ingloba, in basso, una predella scolpita a bassorilievo e dipinta, datata alla seconda metà del XV secolo e attribuita ad un artista affine alla bottega dei Serra di Pinerolo. In essa è raffigurata al centro l’ultima cena, affiancata a sinistra dalla preghiera di Cristo nel Gestemani e a destra dalla cattura di Gesù.
Sul presbiterio si conserva un’altra straordinaria opera di intaglio, il coro ligneo acquistato da don Vachet nel 1829 dall’abbazia di Novalesa e realizzato tra il 1435 e il 1440 da un anonimo maestro savoiardo. Il complesso, purtroppo decurtato, si compone di 16 stalli a cella sovrastati da un baldacchino con le figure policrome degli apostoli che presentano gli articoli del Credo e dei profeti che recano le relative concordanze nell’Antico Testamento, inframmezzate da elementi animali e vegetali.
Interessanti anche il fonte battesimale in marmo grigio-rosa del Melezet, decorato con gli stemmi di Francia, del Delfinato e dei De Bardonnéche e realizzato da Jean Roude Gros di Melezet nel 1573, l’anconetta della Vergine, il San Sebastiano datati alla fine del XV secolo e l’altare transetto destro del XVII sec.
A lato del campanile romanico si trova un edificio ricco di valore al suo interno: la “sala degli stemmi”, un salone affrescato con gli stemmi delle famiglie gentilizie di Bardonecchia.
Sulla piazza della chiesa, infine, troviamo la più antica fontana del borgo, con incisa la data 1651.
La festa patronale di Sant’Ippolito si celebra il 13 agosto.
Contatti
Via De Geneys, 9, 10052 Bardonecchia (TO)